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#italianrevolution : come e quando?

Sono stata una di quelli che ha invidiato gli spagnoli, che ha seguito da lontano con ansia e trepidazione gli sviluppi del movimento 15-m, la collettivizzazione di un malessere diffuso, un malessere generazionale che si è trasformato in quella che Carta ha chiamato, suggestivamente, “la Comune di Madrid”. Il movimento, che è arrivato, oggi, a spingere i manifestanti a dare -pacificamente- l’assalto alla Camera, con l’idea di farci un’assemblea dentro, come le rivolte maghrebine, pur non essendo propriamente NATO dal Web (E nello specifico dai social network), ha trovato nel Web un’ottimo alleato per raggiungere la collettivizzazione di cui sopra.


Quindi, quando nel Web, su Twitter nello specifico, si è iniziato a parlare di “Italian Revolution”, non nascondo di averci creduto e sperato, salvo poi verificare che, eccetto alcuni casi (Bologna- dove, come riporta fedelmente, giorno per giorno, @Adrianaaaaaa su Twitter, l’equivalente italiano delle “acampadas” sta andando avanti dal 20 maggio), si è trattato di puro, sterile, clicktivismo, di una sorta di eiaculazione, per di più precoce, di fronte a un video di youporn. Masturbazione mentale su fantasie simulatorie.

Proviamo ad analizzare i motivi:

A) Derive giustizialiste/popolovioliste. Qualcuno ha commentato le acampadas con “In Spagna li chiamano indignados, a noi ci chiamano giustizialisti”. Qualcun altro ha detto “Facciamo come in Spagna e tra i primi punti del manifesto mettiamo -mandare via Berlusconi”. Non so se non c’hanno veramente capito un cazzo delle acampadas o è si è trattato di tentativi (stupidi) ma coscienti di mettere il cappello su un’eventuale seguito della cosa. Pubblicità, semplicemente.

In ogni caso, a distanza di quindici giorni, sono spariti pure gli entusiasmi e/o gli intenti pubblicitari, tant’è che, come faceva notare stamattina @DocSweepsy sul suo blog, sulla pagina del Popolo Viola fioccano le battutine su Renzo Bossi trota senza acqua dopo il referendum ma se si chiedono commenti, riflessioni e simili sulla Spagna, si viene semplicemente ignorati.

In ogni caso, il disinteresse dei Viola per le acampadas è più un bene che altro: una eventuale “italian revolution” viola/pseudogiustizialista o simili, sarebbe stata, oltre che fallimentare, inutile. Berlusconi è al tramonto (Se non politico, di certo anagrafico). Il nodo che una eventuale rivoluzione dovrebbe affrontare è il cambiamento della struttura sociale, la comunitarizzazione dei beni, la “democrazia reale” -per citare uno degli slogan spagnoli. Praticamente, le uniche fondamenta possibili per qualunque “dopo”. E considerando la (breve) storia politica dei viola, ma anche -peggio- dei Grillini, non sarebbero stati in grado di affrontarli.

B) Questioni temporali/paragoni col 14 dicembre e via discorrendo.

Se ne è parlato in lungo e in largo su Giap. Perchè il “nostro” 14 dicembre per quanto sia stato intenso e scenografico è rimasto ricordo puro, con risultati reali pochissimi o nulli mentre le acampadas spagnole (Così come le rivolte maghrebine) sembrano essere seriamente incisive sul lo status sociale spagnolo? Provo, con l’aiuto delle suddette discussioni su Giap, a darmi una risposta. Per citare Wu Ming 1 che cita Badiou, direi che il discriminante è quello tra evento ed Evento. Il 14 dicembre è stato un evento. Con la e minuscola. Il mese precedente (Le occupazioni, il “blocchiamo tutto”) sono state solo la preparazione all’evento, i preliminari di un coito intenso ma breve. In Spagna, invece, possiamo parlare di Evento. Spingendomi sul filosofico, o quantomeno provandoci, direi che in Spagna sono riusciti nell’impresa di collettivizzare anche il tempo, di contro al nostro modello, che invece è stato di tipo temporalmente “gerarchizzante” (I giorni pre-evento erano subordinati, in importanza, al giorno dell’evento).

C)Questione storico/sociale.

Premetto. Questa ultima considerazione è azzardatissima, tratta da una considerazione del mio libro di psichiatria riguardo al suicidio. In pratica, si spiega che nelle società islamiche il tasso di suicidi è molto più basso rispetto all’occidente perchè sono favoriti discorsi di collettività e di comunità rispetto al “culto del singolo e dell’individuo” occidentale. Quindi, tralasciando il discorso suicidio, si può dire che nella cultura islamica esiste già di fondo un discorso di “collettività”, di “collettivizzazione” che -di contro- in Occidente, seppure sia in qualche forma esistito (Le polis greche), è morto e sepolto da tempo. E’ un caso, quindi, che le rivolte siano iniziate da paesi a base culturale islamica e si siano propagate nell’unico paese europeo, la Spagna, dominato a lungo dagli arabi e quindi culturalmente vicinissimo alle impostazioni islamiche? Secondo me, no.

 

 

A questo punto, che fare? Arrendersi all’evidenza dell’impossibilità di un cambiamento, di una “italian revolution”? Assolutamente no. In Italia, le lotte esistono e il paradigma che “La gente tanto non se ne frega”, lo pseudo-debordianesimo del “In Italia sono tutti cazzoni contenti di continuare a vivere col Grande Fratello, X-Factor e l’Isola dei Famosi”, è una cazzata bella e buona. Le lotte esistono. La lotta no-Tav, la lotta antirazzista contro i C.I.E., le lotte studentesche per il sapere libero e per una scuola migliore, le lotte dei pastori sardi, le lotte dei lavoratori, e, last but not least, le lotte per i Commons, per i beni comuni, mai sopite anche se solo recentemente ritornate all’attenzione dei webmedia causa referendum. Il passo da fare è la collettivizzazione delle lotte, il fare propria l’idea che, per citare ancora i Wu Ming in una vecchissima discussione su Giap “Tutte le lotte sono la stessa lotta”. Come fare? Non ho risposte. L’unica che mi do è “Proviamo ad iniziare a fare un discorso più collettivo. Poi stiamo a vedere. Senza aspettare la fantomatica -gente- che inizi per noi”.

BIBLIOGRAFIA:

Carta.org> http://www.carta.org/2011/05/la-comune-di-madrid/

DocSweepsy> http://sweepsy.wordpress.com/2011/06/08/orfani-della-rivolta/

Giap> http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=3637&cpage=1#comment-5460 (Sul concetto di Evento)

http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=4024&cpage=3#comment-5906 (Sul 14 dicembre)

http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=4353#commentlist (Sulla questione “temporale” in genere)